Ho fatto l’errore di svegliarmi perché dovevo andare in bagno stanotte alle 2 e mezza e ho incrociato lui, che era sveglio e pimpante e stava leggendo e ho capito subito che avrei dovuto abbandonare l’idea di rimettermi a dormire perché ha voluto per forza leggermi un pezzo e dirmi cosa pensava de “La taverna degli assassini”.

Cosa vuoi che ne pensi un orgogliosissimo toscano doc che ama tutto quello che parla della sua terra e ama il vino? Marcello Simoni finalmente gli ha scritto un libro ambientato alla fine del 1700 nel Granducato di Toscana in mezzo alle vigne e ovviamente lui è gasato.
Non è che ci ho capito proprio tutto di quello che mi ha detto stanotte, ma quello che mi ricordo è:
• “l’autore scrive benissimo” (e grazie al razzo, è Simoni, non mi stupisce affatto)
• “non riesco a smettere, avevo sonno e mi è passato” (me lo ricorderò la prossima volta che decido di regalargli un libro: deve piacergli, ma non così tanto)
• “dove l’hai preso?” (Ma che domanda è? Ma cosa cambia? Ma che pertinenza ha con il fatto che ti piace?)
Allora, sappiatelo: è un regalo azzeccatissimo per tutti coloro che amano i gialli, e qui fate sicuramente bellissima figura perché è libro scritto benissimo.
Simoni è un maestro delle atmosfere e questi luoghi li senti quasi addosso.
In poche pagine ti catapulta nel 1793 tra castelli e filari di vigne toscane e anche se sei comodo comodo nel letto ti sembra di camminare tra quelle colline e di sentire l’odore della vita di campagna.
Da leggere con un tagliere di salumi e formaggi toscani, un calice di vino rosso dell’entroterra e la luce soffusa.
Fatemi sapere se lo avete letto e cosa ne pensate!
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